Mentire ai suoi genitori
Spaventoso come un figlio possa mentire a suo padre o a sua madre una volta che diventa grande per farlo. Il mio, come molti altri, ha cercato spudoratamente di nascondermi:
- la sua fidanzata
- la sua tendenza a bere alcool ed a consumare stupefacenti
- gli appuntamenti che dava ai suoi “clienti” per vendere loro la droga
Spiare con mSpy
Ho dovuto usare un software come mSpy per registrare le sue telefonate, i messaggi di testo e ricevere la copia dei suoi contatti, e-mail e fotografie. mSpy, come qualsiasi applicazione telefonica, l’ho installata sul telefono che utilizzava scaricandolo da Internet. Poiché mi sono registrato prima sul sito ufficiale di questa applicazione, ho avuto accesso al server privato sicuro sul quale sono stati registrati i suoi controlli e altri dati.
Lo spionaggio non è l’ideale
Non sto dicendo che spiare il proprio figlio sia un rimedio. È persino illegale senza il consenso esplicito della persona interessata. Tuttavia, io sono responsabile di mio figlio in quanto è minorenne e abita sotto il mio tetto. Ho avuto paura che facesse delle sciocchezze e non mi pento di aver potuto impedirgli di cadere nella malvagità. Dopo, è tutta una questione di casi e storie. Ognuno di noi ha delle vite differenti, esperienze e destini che non si assomigliano necessariamente. Sta a ciascuno di noi sapere adattarsi ed agire di conseguenza, sulla base degli eventi che ci accadono giornalmente.
Evitare a tutti i costi il peggio al proprio figlio o figlia
In ogni caso, non vi auguro di vedere vostro figlio :
- diventare delinquente (Devianze e Crimine, Cirus Rinaldi e Pietro Saitta, PM Edizioni, 2017)
- cadere nella dipendenza di alcool, droghe o persino il mangiare o i video giochi
- farsi coinvolgere in cerchie chiuse simili alle sette, che mettono i paraocchi a vostro figlio
Questo genere di pericolo esiste. Sarebbe un peccato che voi li ignoriate, anche se è ovvio che è più facile chiudere gli occhi che affrontare la realtà così com’è.
Bibliografia
Come non usare il telefonino cellulare E’ facile ironizzare sui possessori di telefonino cellulare. Occorre vedere a quale delle seguenti cinque categorie appartengono. Prima vengono i portatori di handicap, anche non visibile, costretti a essere costantemente in contatto col medico e col pronto soccorso. Sia lode alla tecnologia che ha messo a loro disposizione tale benefico strumento. Secondi vengono coloro che, per gravi doveri professionali, sono tenuti ad accorrere a ogni emergenza (capitani dei pompieri, medici condotti, trapiantatori di organi in attesa di cadavere fresco). Per costoro il telefonino è una dura necessità, vissuta con pochissima gioia. Terzi, gli adulteri. Solo ora essi hanno, per la prima volta nella storia, la possibilità di ricevere messaggi dal loro partner segreto senza che membri della famiglia, segretarie o colleghi maligni possano intercettare la telefonata. Tutte e tre le categorie elencate hanno diritto al nostro rispetto: per le prime due 31 siamo disposti a essere disturbati al ristorante o durante una cerimonia funebre, e gli adulteri di solito sono molto discreti. Seguono altre categorie che invece sono a rischio (loro, oltre che nostro). I primi sono persone che non possono andare da nessuna parte se non hanno la possibilità di chiacchierare di cose frivole con amici e parenti che hanno appena lasciato. E’ difficile dire a costoro perché non dovrebbero farlo: se non riescono a fuggire alla compulsione a interagire e godere i loro momenti di solitudine, a interessarsi a ciò che stanno facendo in quel momento, ad assaporare la lontananza dopo aver assaporato la vicinanza, se non riescono a evitare di ostentare la loro vacuità ma anzi se ne fanno emblema e vessillo, ebbene, il problema è di competenza dello psicologo. Ci danno noia, ma dobbiamo comprendere la loro terribile aridità interiore, ringraziare di non essere loro, e perdonare (non lasciatevi cogliere dalla gioia luciferina di non essere così, voi, perché questa sarebbe superbia e mancanza di carità). Riconosceteli come vostro prossimo che soffre e porgete l’altro orecchio. L’ultima categoria (in cui rientrano anche, al livello infimo della scala sociale, gli acquirenti di telefonini falsi) sono persone che vogliono mostrare in pubblico di essere molto ricercate, in particolare per complesse consultazioni d’affari: le conversazioni che siamo obbligati ad ascoltare in aeroporti, ristoranti o treni, concernono sempre transazioni monetarie, mancati arrivi di profilati metallici, sollecitazioni di saldo di una partita di cravatte, e altre cose che nelle intenzioni del parlante fanno molto Rockfeller. Ora la divisione delle classi è un meccanismo atroce, per cui il nuovo ricco, anche quando guadagni somme enormi, per atavico stigma proletario, non sa come usare le posate da pesce, attacca la scimmietta al lunotto posteriore della Ferrari, il San Cristoforo al cruscotto del jet personale, dice “manàgment”; e così non viene invitato dalla duchessa di Guermantes (e si arrovella chiedendosi peché mai, visto che ha una barca così lunga che praticamente è un ponte da costa a costa). Costoro non sanno che Rockfeller non ha bisogno del telefonino, perché ha una segreteria così vasta ed efficiente che al massimo, e proprio gli sta morendo il nonno, arriva l’autista e gli sussurra qualcosa all’orecchio. Pertanto chi ostenta il telefonino come simbolo di potere sta invece dichiarando a tutti la sua disperata condizione di subalternità, costretto come è a scattare sull’attenti, anche mentre è impegnato in un amplesso, ogni qual volta l’amministratore delegato chiama, condannato a inseguire i creditori notte e giorno per poter sopravvivere, perseguitato dalla banca, persino durante la prima comunione della figlia, per quell’assegno a vuoto. Ma il fatto che usi con ostentazione il telefonino è la prova che queste cose non le sa, ed è la ratifica della sua inappellabile emarginazione sociale.